SPOILER ALERT!
Ogni considerazione espressa non vuole essere tecnica o didattica, si tratta puramente di opinioni personali
Cosa mi ha fatto sentire questo film?
- Tensione
- Rabbia
Io Odio!
Io Odio!
Io Odio!
Negan!!!
Ma al tempo stesso lo adoro. Parliamoci chiaro. Un cattivo coi controcoglioni.
Sappiamo tutti come si era conclusa l’ultima puntata di The Walking Dead. Con il famoso, odiato da molti, cliffhanger.
Negan sferra una devastante mazzata in testa a qualcuno, ma scopriamo solo oggi l’identità del malcapitato… e no, non era il cameraman.
La puntata di apertura di questa nuova stagione, è stata probabilmente una delle più sconvolgenti della serie, e forse, mi sbilancio, fra le cose più devastanti e cruente mai viste in tv.
Ma entriamo nel vivo analizzando le emozioni che contraddistinguono questo episodio.
La situazione è la seguente, Rick, in un momento di delirante onnipotenza decide di fare un blitz nella base dei Salvatori, sterminando decine e decine di persone, fin quando la conseguenza di questa decisione, tanto folle, quanto necessaria, si palesa con tutta la veemenza e la crudeltà che siamo capaci di immaginare. Incarnata in un personaggio. Negan.
A memoria non ricordo (nelle serie tv) un personaggio così crudele. folle e sadico.
Il segreto delle nostre emozioni così disturbanti risiede proprio nell’atteggiamento di questo villain. Fare in poltiglia la testa di due personaggi chiave della serie, mantenendo sempre il sorriso sulle labbra, come se fosse un gioco, come se fosse divertente fare cose del genere, ci pone in una posizione fra la repulsione e l’impulso a volerne sapere di più. Siamo davvero spaventati e irati da quello che vediamo, una violenza così inaudita, gratuita è al limite del tabù. Vedere Negan che infierisce sui corpi martoriati di Abraham e Glenn ci disturba, ci fa incazzare, la reazione di Rick che ripete a Negan:”Non oggi, non domani, ma io ti ucciderò” è il riassunto di quello che noi tutti vorremmo fare al villain. Siamo completamente connessi con l’evoluzione emotiva della storia e quello che prova Rick, lo proviamo anche noi.
Seguendo la serie eravamo abituati a momenti di grande crudeltà, basti pensare al Governatore, i cannibali di Terminus, Rick che li fa a pezzi con il macete. Punte di rara cattiveria, ma li ci esaltavamo, perché?
Era vendetta, omicidi giustificabili da tutta una serie di sovrastrutture imperanti e costrette dalla condizione post apocalittica, ma soprattutto perché si trattava di buoni che ammazzano cattivi, ma con Negan è diverso.
L’etica della violenza cambia completamente rotta, arriva il caos, la volontà di regnare usufruendo del terrore per mantenere uno status quo. Negan ci pone davanti all’altra faccia della natura umana, quella che invece di voler ricostruire, tenta con le unghie e con i denti di mantenere una condizione in cui LUI è in grado di regnare.
Per noi la violenza di Negan, spinta così oltre mette in secondo piano anche la tristezza per la morte di Glenn e Abraham. L’ultima sequenza dell’episodio, quella in cui a Rick e gli altri è concesso il tempo di rimanere soli a contemplare quanto è successo, ci dimostra che nonostante le lacrime, la disperazione e la sofferenza, l’incredulità e lo shock sono di gran lunga maggiori.
Quello è il momento in cui viviamo un crollo del picco di tensione che per tutta la durata ci ha torturato, fisicamente e mentalmente. Non c’è spazio per la tristezza, Maggie ce lo fa capire, dicendo che la prima cosa da fare è prepararsi a combattere.
In conclusione vi dico che secondo me è stata una delle puntate più importanti dell’intera serie, e non solo per l’entrata in gioco del cattivo, ma perché questi eventi hanno lasciato una traccia profonda nella mente dei protagonisti, che subiranno inevitabilmente altre meravigliose trasformazioni psicologiche, aspetto che secondo il mio modesto parere è in assoluto il valore aggiunto di questa serie.
Vediamo come andrà a finire!
- Moody –