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SPOILER ALERT!

Ogni considerazione espressa non vuole essere tecnica o didattica, si tratta puramente di opinioni personali.

Cosa mi ha fatto sentire questo film?

  • Tristezza

La verità è che sono ancora troppo sconvolto per scrivere qualcosa di sensato, quindi andrò a braccio, come si suol dire: vediamo.

Beasts of no Nation è un racconto sulla banale “ingenuità” del Male. La rappresentazione di una realtà sconcertante ai limiti del delirio: i bambini soldato.

Si tratta di vicende fortemente lontane dal nostro immaginario, quasi difficili da comprendere a fondo.

Come può l’essere umano, quello a cui siamo abituati, l’uomo occidentalizzato, reclutare dei bambini, armarli di machete e kalashnikov e spedirli in villaggi a trucidare, depredare e stuprare? Saremmo quasi spinti (emotivamente) verso un senso di repulsione o magari di profonda amarezza, una ferma rassegnazione: l’uomo non è altro che un animale, spietato, crudele e dominato dalla brama di potere.

Sarebbe lecito scontrarsi con questo genere di sentimenti, ma il racconto registico è diretto, viscerale; il dramma esistenziale e sociale ci penetra lasciando un vuoto enorme nella nostra anima. Veniamo schiacciati dal peso di quello che vediamo, e per un bel po’ ci manca la forza di reagire.

La Tristezza, sottile e fatale come uno stiletto, ci entra nel cuore, ci uccide, ma quello che percepiamo è una fitta sistemica, poi la paralisi… Il resto è l’inesorabile e placida morte della speranza.

  • Moody –